Restauro piani di coda SIAI S.79

FOTOGRAFIE AVANZAMENTO PROGETTO

L’obiettivo di questo progetto è di preservare nelle migliori condizioni possibili la struttura dei piani di coda di un velivolo SIAI S.79, e di poterla valorizzare come esempio di ingegneria aeronautica per futura esposizione al pubblico.
Alcuni componenti verranno sostituiti durante le operazioni di restauro per ripristinare l’integrità strutturale dell’assieme e migliorarne la fruibilità al pubblico.

Condizioni. La struttura è stata recuperata dopo un lungo periodo di esposizione agli agenti atmosferici. E’ possibile che essa sia stata recuperata dal luogo di un incidente o da un velivolo messo fuori uso.
In generale, al momento del recupero la struttura appariva completamente affetta da differenti gradi di corrosione e con diversi componenti mancanti da tutte le strutture; del tutto assente il timone di profondità.

La corrosione ha raggiunto livelli molto elevati in alcuni punti, tanto da lasciare diverse aree con i tubi completamente aperti; l’integrità strutturale è gravemente compromessa da scollamenti e cricche lungo le linee di saldatura e da alcuni componenti danneggiati e deformati a seguito di urti. In considerazione di quanto indicato è lecito aspettarsi fenomeni di corrosione più o meno accentuati in tutta la struttura.

Non risulta sopravvissuto nessun tipo di rivestimento superficiale, né della mimetica o altri trattamenti superficiali del rivestimento. Un tentativo parziale di restauro ha comportato la colorazione di tutta la struttura di un colore grigio di origine non identificabile. Alcuni de componenti mancanti sono stati rimpiazzati da tasselli in legno.
Purtroppo, le strutture non sono state debitamente preparate prima della stesura della mano di vernice grigia, tanto che segni di corrosione sono nuovamente affiorati in alcuni punti. Il piano fisso orizzontale è stato sezionato in due parti.

Nonostante alcune deformazioni localizzate, causate in maniera plausibile dall’impiego del velivolo piuttosto che dall’uso inappropriato dei componenti dopo il conflitto, la struttura può essere nuovamente assemblata, in modo da dare l’idea delle effettive dimensioni e forme della sezione di coda del velivolo in origine.

Trattamento. Data la completa assenza di rivestimento delle strutture e la loro critica situazione a causa dell’elevato livello di corrosione, gli interventi di preservazione si concentreranno soprattutto nella stabilizzazione e nell’arresto dell’ossidazione dei tubi in metallo.
considerata la peculiare tecnica costruttiva, che ricorre largamente all’uso di saldature di tubi di piccolo diametro e spessore, appare impossibile eliminare completamente i fenomeni di corrosione all’interno delle strutture.
In considerazione di quanto sopra esposto, un trattamento chimico a base di acido fosforico o agenti simili, non appare applicabile; allo stesso modo, a causa delle ampie aree corrose e del basso spessore dei tubi, anche la sabbiatura con graniglia ad alto potere abrasivo non appare un’alternativa applicabile. L’opzione che prevede l’uso di gusci di noci o perle di vetro non appare attuabile per l’elevato numero di ore/uomo necessarie; oltretutto questo tipo di trattamento non può essere effettuato sulle superfici interne dei tubi.
Il trattamento con ghiaccio secco permetterebbe la rimozione dello strato di vernice applicata e le parti completamente corrose, ma anche in questo caso i costi di gestione sarebbero decisamente elevati.

Il trattamento con getto d’acqua ad alta pressione sembra l’opzione con miglior rapporto costo/efficienza per la rimozione dello strato di vernice e le sezioni troppo corrose per essere recuperate. L’acqua non apporterà ulteriori danni alla struttura se correttamente e completamente asciugata; stesso discorso per la pressione di esercizio del getto; equipaggiamenti professionali, che ne permettano la regolazione, consentiranno di sperimentare differenti condizioni ed ottimizzare le procedure.
Dopo aver interpellato l’operatore di una ditta specializzata nel settore delle pulizie di soggetti storico/artistici, reputiamo che la soluzione migliore sia l’uso del getto d’acqua ad alta pressione coadiuvato da trattamenti localizzati col giacchio secco e sabbiatura. Questa soluzione dovrebbe garantire il miglior rapporto costo efficacia dell’intervento.
Indipendentemente dalla tecnica impiegata, sarà impossibile rimuovere completamente i fenomeni di corrosione, per cui una volta ultimati i lavori di stabilizzazione sarà necessario effettuare un trattamento stabilizzante e protettivo a base di paraffina, lanolina od olii specifici, seguito da un immagazzinamento in un’area ad atmosfera controllata che limiti il contenuto di umidità nell’aria al di sotto del 50%.
Tale approccio, pur con le sue limitazioni in termini di fruibilità da parte del pubblico, è la miglior soluzione per la protezione del bene. A titolo di esempio si ricorda che paraffina e lanolina non possono essere pitturate, mentre gli olii specifici permettono la successiva pittura; riteniamo che un trattamento protettivo simile e l’immagazzinamento in atmosfera controllata saranno sufficienti a preservare i componenti e prevenire ulteriori danneggiamenti.

Al termine delle operazioni di pulizia le parti dovranno valutare i costi ed i benefici dell’utilizzo di saldatura di nuovi componenti per ripristinare l’integrità strutturale dei componenti. Allo stato attuale di conservazione dei componenti si ritiene che, vista l’estensione dei fenomeni di corrosione, la saldatura di nuovi componenti dovrebbe essere ridotta al minimo indispensabile.

Le analisi del campione prelevato dalla struttura hanno dimostrato che il materiale impiegato è una lega di acciaio bassolegato dalle elevate caratteristiche meccaniche: si tratta di una lega 1.6511 34CrNiMo6, le cui caratteristiche salienti sono riportate nel prospetto in allegato. Si tratta di una lega di uso comune per motori e macchine utensili.

Purtroppo, non vengono più prodotti tubi con questo materiale, e l’impiego di leghe differenti è altamente sconsigliato per l’elevato rischio di corrosione elettrolitica. L’impiego di legno per rimpiazzare i tubi mancanti adottato nel precedente tentativo di restauro risolve tale problema, ma non permette una corretta resa sia in termini di forma che di aspetto.

Visto l’obiettivo prefissato per questo restauro, di rendere il bene nuovamente fruibile al pubblico in un contesto di valorizzazione degli aspetti tecnici e tecnologici, la ricostruzione delle parti mancanti appare una scelta obbligata.
A tal fine gli attori coinvolti in questo progetto dovranno pervenire ad una decisione congiunta in merito alla miglior procedura da applicarsi. Tutti i lavori verranno eseguiti basandosi su un’estesa collezione di documenti originali, che permetteranno il pieno rispetto filologico delle tecniche e tecnologie impiegate in SIAI all’epoca.

Approccio metodologico, codice di condotta e decisioni curatoriali. Viste le condizioni del bene così come pervenuto presso la collezione Federighi, la stabilizzazione della struttura riveste in questo progetto l’obiettivo con la massima priorità.
Le attuali condizioni del bene sconsigliano il completo ripristino delle strutture in condizioni simili a quelle del prodotto appena uscito di fabbrica.
L’idea originale di rivestire e dipingere un lato della struttura potrebbe essere quindi sconsigliabile da un punto di vista di conservazione del bene.
Per ottenere gli obiettivi prefissati da questo progetto, saranno necessari drastici interventi. Una completa analisi di questi interventi sarà possibile solamente dopo aver rimosso gli strati di vernice che attualmente rivestono le strutture.

Al momento la minaccia peggiore per la struttura, più che dalla corrosione di tipo elettrolitico indotta dall’uso di acciai di diversa gradazione nel restauro, appare la quella dovuta al contenuto di umidità nell’aria; in considerazione di questo, l’immagazzinamento del bene in atmosfera controllata a basso valore di umidità appare di assoluta importanza.

I componenti di nuova produzione necessari ad integrare la struttura, sono il timone di quota, i montanti di supporto ed i cavi di irrigidimento dei piani di coda. Per tutti questi componenti ampia ed esaustiva documentazione originale è disponibile, rendendo possibile ricostruirli in accordo alle specifiche ed alle metodologie produttive originali, con l’eccezione, a causa della sua attuale indisponibilità, della composizione chimica dell’acciaio.

La prima fase del progetto comporterà la ricerca di documenti ed informazioni relative alla costruzione dei piani di coda del velivolo SIAI S.79; a seguito delle ricerche verrà realizzato un modello 3D che permetta la rapida e corretta identificazione sia dei componenti originali, sia di quelli di nuova costruzione.
Il nostro suggerimento è di rivestire la struttura in misura tale da permettere al pubblico di avere la corretta impressione delle tecniche originali, lasciando il resto della struttura scoperto, facilitando enormemente le attività di monitoraggio e gli eventuali interventi manutentivi sul bene.
I danni rinvenuti sulla struttura saranno considerati come parte integrante del bene museale e pertanto preservati al fine di valorizzarne il valore sia storico sia educativo. In tale ottica, eventuali integrazioni di nuovo materiale saranno attuate al solo fine di garantire l’integrità strutturale del bene e migliorarne la fruibilità per il pubblico.
Di notevole importanza appare inoltre la contestualizzazione del bene in funzione della sua attuale localizzazione geografica, pertanto proporremmo di installare il rivestimento con tela e relativa mimetizzazione su un lato della deriva, a sua volta riportata in sagoma e completata dei componenti mancanti.
Il timone di profondità di nuova costruzione, verrà realizzato in accordo a procedure, specifiche e modalità costruttive coerenti con quelle impiegate in SIAI all’epoca, mentre i componenti originali, dopo le operazioni di stabilizzazione, verranno lasciati nelle loro attuali condizioni.

Bibliografia

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Volker Koesling, Vom Feuerstein zum Bakelit, Theiss 1989
Peter Heinrich, Metall-Restaurierung, Callway 1994
Martina Griesser Stermscheg, Metallkonservierung – Metallrestaurierung, Böhlau 2009
VDR Verband der Restauratoren Heft 1, Beiträge zur Erhaltung von Kunst und Kulturgut, VDR 2004
CA.289, Istruzioni e norme per il montaggio, la regolazione, l‘impiego e la manutenzione – aeroplano S.79
CA.313 ter-E, catalogo nomenclatore per aeroplano SM.79 da bombardamento
Archivio Storico SIAI-Marchetti, fondo disegni, fondo fotografico e fondo documentazione.

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